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Io Resto Asociale (Parte 1)

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oggi prima parte dello special dedicato alle interviste inedite a coloro che hanno segnato parte della storia Oi! made in Italy, partiamo con un amico, ossia dal Buon Ivano ex voce degli Asociale e dei Devil Skins.

RTC) Come ti sei avvicinato alla sottocultura Skinhead?

IVANO: Nel 1985 inizio ad ascoltare punk e compero i primi dischi. Inizia poi un intenso scambio di cassettine, per lo più roba 77 ed hardcore…fino a che un amico mi passa quella che mi folgorò…da un lato c’erano i 4 Skins, dall’altro i Nabat che, cantando in italiano, mi presero subito benissimo. Cos’è sta roba? Gli chiedo. Sono skins, fanno OI!. Era il 1986. Inizio allora a cercare più roba possibile di quel genere. In città, fortunatamente per noi, avevamo Stiv Rottame, che vendeva dischi nella camera di casa sua. Aveva in distribuzione “Un altro giorno di gloria” dei Nabat (mi accaparrai l’ultima copia che aveva!) e l’album dei Claptrap. In breve mi procurò i 7” dei Basta, dei Cani, degli Hope&Glory, Skins&Punks=TNT… Avevo 16 anni e un primordiale look skinhead…bomber, Martens, Levi’s, bretelle…ma non mi rasai subito la testa. Mi acculturai per un paio d’anni, fino alla decisione di tagliarmi anche i capelli. Era il 1988 e finalmente ero uno skinhead.                                

 

RTC) Puoi dirci qual era la differenza tra quando cominciasti a girare e la situazione attuale? 

IVANO: Quando iniziai la divisione tra gli skins non era netta. In alcune città c’era già in embrione una scena politicizzata, ma nella maggior parte dei casi si stava tutti insieme. Ai concerti c’erano Skins di tutti i tipi, ma conoscendosi da anni non c’erano grandi attriti, si conviveva senza problemi. Anche a Como c’erano alcuni skins “di destra” e al pomeriggio del sabato stavamo tutto insieme davanti alla Banca Commerciale, di fronte ai Portici Plinio, poi alla sera loro si facevano i cazzi loro e noi i nostri. Como però mi stette subito stretta. Io iniziai a prendere il treno quasi tutti i weekend…andavo prevalentemente a Bologna, in Liguria e a Pisa…lì c’erano gli skins con cui mi trovavo meglio e in breve diventammo amici. E con alcuni di loro l’amicizia dura ancora oggi.


RTC) Cosa pensi della scena italiana, cosa si dovrebbe fare secondo te per migliorarla? 

IVANO: La scena italiana attuale è troppo frammentata, la fottuta politica ha rovinato tutto. Mi piacerebbe una scena come quella in cui sono nato e cresciuto, ma so che ormai non è più possibile. Se ognuno la propria idea se la fosse tenuta in tasca….                                  



RTC) Pensi che la Sharp sia stata un'occasione sprecata? 

IVANO: Partiamo dal presupposto che le etichette non mi sono mai piaciute. Lessi su Kriminal Class della nascita della Sharp o, meglio, della sua importazione in Europa, perché negli States era già nata da 2 o 3 anni. Non sono mai stato razzista, ma non mi ritengo nemmeno anti-razzista. Comunque sì…la Sharp è stata un’occasione sprecata. In Italia si è sviluppata con con una connotazione fortemente politicizzata a sinistra e questa è parecchio lontana dall’idea iniziale. Fosse stata come quella statunitense o quella francese, forse ci avrei pensato, ma così no.                                     

 

RTC) il tuo nome è indissolubilmente legato agli storici Asociale, puoi raccontarci in breve la loro storia?  Tra le altre cose perché non li riformi? 

IVANO: Gli Asociale nascono nella primavera 1990. L’idea nacque da me e da Depla, che abitava a 500 metri da casa mia. Lui sapeva suonare il basso…io reclutai Giovanni, che frequentava il liceo artistico nello stesso centro studi in cui il facevo la scuola professionale per odontotecnici e Yanez che girava con noi e che stava imparando a suonare la batteria. Io partii per naia nei paracadutisti e Yanez in polizia…lui ci rimase in pianta stabile (ora è maresciallo). Quando tornai Depla aveva iniziato il suo percorso straight-edge e aveva formato una band hardcore, gli Hide-Out…quindi rimanemmo solo io e Giovanni. La sua ragazza, Laura, iniziò a prendere lezioni di basso e reclutammo Fabietto, un ex skin, alla batteria. Iniziammo a suonare tutte le settimane in sala prove e a scrivere nuovi pezzi. Purtroppo Fabio aveva un’amica molto pericolosa, l’eroina. Iniziò a saltare le prove e, per colpa sua, un nostro caro amico che era anche una sorta di rodie, fu picchiato a sangue da un nazi. A quel punto lo cassammo e prendemmo come batterista Morra, che aveva appena lasciato proprio gli Hide-Out. Uscì il nostro singolo. Bellissima esperienza e grande soddisfazione. In seguito ci furono divergenze musicali e ci prendemmo una lunga pausa. Quando ci chiesero un pezzo per una compilation, sotto la spinta di Igor, che era un altro nostro caro amico che ci seguiva anche in sala prove, un altro rodie in fin dei conti…ci ributtammo in sala prove, cambiando un paio di formazioni, finché incidemmo “Ancora guasti”. A quel punto si mise di mezzo di nuovo la naja a rovinarci i piani…Igor dovette partire nell’agosto del 1994 e la band si sciolse. Fino al 2010, quando un esponente della Bandworm Records ci contattò per un cd best-of e venne a Como a conoscerci. A quel punto io e Igor riformammo la band…reclutammo Omar alla batteria, che aveva suonato con me nei Devilskins, Otto, un mod locale che suonava in svariate bands , alla chitarra solista, e Grazia che aveva suonato nei Prima Linea, alla chitarra ritmica. Uscito il cd facemmo 4 concerti…New York (con Templars e 45 Adapters), Estado de Mexico (con Brewers),Torino e Magdeburg (con, tra gli altri, Agent Bulldogg e Antipati). Poi ci sciogliemmo nuovamente…lavoro, famiglia, figli furono determinanti per questa decisione. Per quanto riguarda una reunion, è molto dura, proprio per questi motivi…ma mai dire mai….    



e con la speranza che gli Asociale tornino a solcare i palchi dei Festival Oi! Europei e di oltre oceano, vi salutiamo e vi rimandiamo a settimana prossima per la seconda parte di questo speciale dedicato alla storia della scena Italiana Oi!


Cheers & Beers                                    

 
 
 

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