ricominciamo da dove ci eravamo lasciati, e torniamo a nutrire la mente e il cuore con il meraviglioso ritmo in levare.
Il progetto fu però presto accantonato perché, come molti produttori giamaicani, Reid aveva mentito alla Island riguardo all’esclusiva, il che fece infuriare Blackwell il quale troncò il rapporto commerciale con il Duca. Gopthal aveva la fortuna di avere tra i suoi collaboratori tale Jim Flynn, il quale aveva preso vari accordi con più musicisti aprendo svariate etichette per promuovere i loro successi, e dal banco di Sheperd’s Bush, anche grazie alla geniale idea di pubblicizzarsi sull’edizione inglese del Jamaican Weekly Gleaner, lui e Gopthal erano arrivati a possedere una decina di negozi e altrettante etichette. Fu proprio grazie ad una di queste, precisamente la Rio, che venne prodotto il singolo degli Ethiopians “Train to Skaville”. Artisti come Millie Small, Rico Rodriguez e Jimmy Cliff tra gli altri, erano oramai popolari negli studi di Cambridge Road. La Island continuava a prosperare anche grazie alla continue ristampe dei successi quali “Carry go bring home” “Guns of Navarone” ed altri ancora. . Ad un certo punto Blackwell e Gopthal decisero di fare fonte comune lasciando Cambridge Road ed aprendo la Music House, dove lavorando alacremente riuscirono a implementare le loro produzioni e continuare a scritturare nuovi artisti e tessere solide relazioni con i vari produttori, anche se ad un certo punto la Island decise di orientarsi verso un mercato musicale più pop rock, seppur non abbandonando del tutto le proprie radici. Nell’estate del 1968 i due decisero di prendere in mano quel progetto accantonato vista la poca serietà di Duke Reid, anche se come già detto era una cosa abbastanza comune tra i produttori dell’ex colonia britannica, e col primo singolo prodotto sotto altro nome di Danny Livingstone, il 23 Luglio 1968 nasce ufficialmente la Trojan Records.
Nel frattempo nel movimento modernista inglese cominciavano le prime fratture, alcuni di questi, più influenzati dalle sonorità caraibiche cominciarono ad adottare uno stile di vestiario più influenzato dai rude boys giamaicani ed ascoltare prevalentemente ska e rock steady, venendo definiti hard mods, quelli che poi poco tempo dopo verranno definiti skinheads, letteralmente teste a pelle, per via della rasatura. Ovviamente la nuova tendenza non passò inosservata nemmeno tra i produttori, tanto che per un periodo alcuni pezzi vennero proprio dedicati alle teste rasate sotto il nome di “skinhead reggae”. Celebre fu “skinhead a bash them” di Claudette & The Corporations, tra l’altro con parole contro la comunità pakistana, impensabile oggi, ma anche “Skinhead Moonstomp” e “Moonhop” del 1969, anno ufficiale di nascita della sottocultura skinhead nonché dell’uomo sulla luna.
Queste due canzoni vengono citate perché protagoniste di un curioso episodio. La Pama records, specializzata soprattutto su rock steady e la nascente musica reggae prodotta però nel Regno Unito anche per via della già citata inaffidabilità di produttori e musicisti giamaicani soprattutto riguardo alle esclusive, aveva prodotto la canzone “Moonhop” facendola cantare a Derrick Morgan, ma accadde un episodio tutt’ora poco chiaro. Forse per via di Danny Livingstone, che aveva inciso il primo singolo per la Trojan ma che aveva nel contempo inciso parecchio materiale destinato alla Pama, il materiale destinato agli studi di produzione ancora fresco di incisione viene intercettato dalla Trojan di Gopthal, il quale venuto a sapere la data di lancio di “Moonhop” fa incidere ai Symarip “Skinhead Moonstomp” tanto simile da far gridare al plagio, immettendola in commercio una settimana prima, creando alla Pama un danno economico e di immagine non indifferente. Ma l’epoca d’oro dell’early reggae stava per concludersi, in quanto come già detto la Island stava cercando di orientarsi verso un mercato pop rock, ma anche perché anche nella scena reggae le cose stavano cambiando drasticamente per via della conversione alla religione rastafari, molto presente in Giamaica anche ai giorni nostri, di Bob Marley & The Wailers, già presenti sulla scena musicale giamaicana dal 1962 ma che non avevano avuto particolare successo nel Regno Unito.
Il fondamentalismo religioso della redenzione dell’uomo nero, del ritorno in Africa, dell’adorazione del Negus d’Etiopia Hailé Selassié, tra le altre cose un sovrano ben poco illuminato che per interesse personale aveva visitato la Giamaica nel 1966, e della marijuana come erba rituale si fece sempre più preponderante nel reggae e nel 1973 la Island pubblicò l’album degli Wailers “Catch a Fire” impregnato di religione rastafari e per la prima volta, con forte presenza di chitarre distorte ed assoli nel reggae. La collaborazione tra Island e Trojan era finita un anno prima nel 1972, e da quel momento l’etichetta fondata da Gopthal sparì dal mainstream ma sopravvisse nella nicchia di appassionati producendo, sebbene in scala molto più ridotta nuovi artisti reggae anche se con un suono un pò più anglicizzato e ristampando negli anni i propri grandi successi. Si era conclusa un’epoca ma la Trojan Records aveva comunque lasciato un segno indelebile.
E qui ci vogliamo fermare, chiaramente abbiamo cercato di essere molto sintetici, anche perchè personalmente mi sarei soffermato per ore a parlare di artisti che a mio parere sono vere e proprie leggende come Desmond Dekker e tanti altri, ma abbiamo cercato di essere molto lineari, con la speranza che chi potesse leggere a sua volta potesse appassionarsi e andarsi a cercare le informazioni sui vari artisti.
Stay Rude, Stay Rebels
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